AAA cercasi Kulusevski

È arrivato come il grande colpo di mercato della Juventus. Dopo un inizio col botto, Kulusevski non ha soddisfatto le aspettative, complice il gioco di Pirlo a lui non congeniale. Il potenziale è evidente a tutti, cerchiamo di capire cosa non sta andando nella sua avventura bianconera

È stato il miglior giovane della Serie A 2019/2020. Zlatan Ibrahimovic l’ha designato come nuova stella del calcio svedese ed europeo e ne ha preso le difese quando il c.t. della nazionale scandinava l’ha escluso dalla partita di Nations League contro la Francia. Nel mezzo il passaggio in maglia bianconera e l’esordio con gol alla prima di campionato. Sembrava un diamante grezzo, pronto per splendere. Ma tre mesi dopo la domanda è solo una: che fine ha fatto Dejan Kulusevski?

Eppure, l’avventura del talento classe 2000 a Torino era cominciata con il piede giusto, ovviamente quello mancino. Ci ha messo 12 minuti per presentarsi allo Juventus Stadium e al mondo bianconero. Un colpo da biliardo e pallone alle spalle del portiere della Sampdoria Emil Audero. Un gol dei suoi. Ne ha segnati 10 lo scorso campionato con il Parma e ci ha aggiunto 9 assist. Grazie alle sue giocate la squadra di Roberto D’Aversa ha sognato l’Europa per lunghi tratti della stagione passata. Ma dopo quella perla contro i blucerchiati, Andrea Pirlo l’ha impiegato sempre meno. Lo svedese ha spedito in porta solamente altri due palloni: quello decisivo per il pareggio con l’Hellas e quello da ex contro il Parma, nella miglior partita stagionale della Juventus. Da giocatore al centro del progetto, Kulusevski è diventato una riserva e ha perso posizioni nelle gerarchie della Vecchia Signora. Perché il giocatore svedese nato da genitori di origine macedone è sparito dai radar? Non si adatta alle idee tattiche di Pirlo? È ancora acerbo o è stato addirittura sopravvalutato? O semplicemente l’ex campione del mondo non è riuscito a mettere Kulusevski nelle condizioni di splendere?

Dejan Kulusevski sblocca la partita con un mancino a giro di prima intenzione sul secondo palo. È il primo gol dello svedese in maglia bianconera, all’esordio nel suo nuovo stadio.

Con i suoi 186 centimetri d’altezza per 76 chilogrammi di peso, le caratteristiche dello svedese sono sotto gli occhi di tutti: strappo devastante, forza fisica e conduzione di palla a testa alta, dribbling e mancino morbido per andare al tiro o alla rifinitura, con passaggi filtranti improvvisi. Tutto questo per 90 minuti, considerando che corre una media di 12 chilometri a partita (secondo giocatore dello scorso campionato per chilometri percorsi dopo l’interista Marcelo Brozovic). Unica pecca la troppa frenesia, che lo porta a perdere molti palloni, soprattutto nel primo controllo, e a disperdere quella qualità innata che possiede. Mentre il numero 44 bianconero aveva ricoperto quasi sempre il ruolo di ala destra nel 4-3-3 del Parma, con compiti offensivi e libertà di accentrarsi e svariare sul fronte d’attacco, nella Juventus finora ha giocato come mezzala destra, trequartista, seconda punta e soprattutto esterno destro a tutta fascia nel 3-4-1-2 fluido di Pirlo. Quattro posizioni diverse in 13 partite giocate. Kulusevski ha il fisico, la classe e la corsa per giocare in tutti i ruoli dal centrocampo in su ma in questa prima fase non ha beneficiato dei continui cambiamenti di zona. Ha perso punti di riferimento e la fiducia nei movimenti che lo avevano fatto emergere a Parma.

Il centrocampista juventino ha mostrato difficoltà nel giocare come seconda punta e trequartista. A differenza degli emiliani, i bianconeri affrontano spesso squadre che si chiudono nella loro metà campo e Kulusevski è costretto a ricevere palla spalle alla porta. Questa è una situazione di gioco dove lo svedese non eccelle e che sicuramente dovrà migliorare se vuole ritagliarsi uno spazio nella rosa juventina. Kulusevski ha bisogno di campo davanti a sé per lanciare la sua corsa e poter inventare la giocata sapendo dove si trovano i compagni e la porta.

Il mancino e il dribbling improvviso sono tra le armi migliori di Kulusevski, assieme ad un fisico robusto e ad una corsa instancabile (Instagram @juventus)

In alcune occasioni, Pirlo ha provato Kulusevski come mezzala destra. D’Aversa la scorsa stagione aveva spesso ribadito che l’evoluzione naturale dello svedese sarebbe stata quella di accentrare la sua posizione. Se è vero che le caratteristiche fisiche e tecniche del giocatore bianconero sarebbero perfette per il ruolo di mezzala, è altrettanto vero che Pirlo richiede alcuni movimenti per poter giocare in quella posizione. Nel calcio dell’ex campione del mondo la mezzala ha grandi proprietà di fraseggio e di inserimento, nonché di interdizione. Per questo motivo Pirlo ha rilanciato Aaron Ramsey e ha creduto nel nuovo arrivato Weston McKennie. Il gallese e l’americano sono i giocatori che interpretano nel modo migliore l’idea di mezzala di Pirlo. Kulusevski punta sull’accelerazione, lo strappo di forza e spesso gioca troppo verticale per l’allenatore della Juventus. Vista l’impressionante propensione della Vecchia Signora a subire gol, per Pirlo l’equilibrio a centrocampo viene prima della fantasia e dell’estro.

Se Kulusevski deve migliorare spalle alla porta e non è abbastanza ordinato per giocare da mezzala, l’unica porzione di campo che può calpestare è casa sua, la fascia destra. Anche in questo caso, il 3-4-1-2 o 3-5-2 di Pirlo non lo aiuta. Nel 4-3-3 di D’Aversa lo svedese aveva incarichi per la maggior parte offensivi e poteva godere della copertura di uno dei mediani (a seconda delle volte Kurtic o Barillà) e del terzino destro Matteo Darmian. Nella Juventus, Pirlo gli ha chiesto di essere un esterno a tutta fascia. Di essere decisivo in zona gol, ma di essere anche attento in copertura e marcatura. Oltre a mettere in difficoltà la fase difensiva della Juventus, lo svedese è risultato meno incisivo in zona gol, affaticato dalle continue corse per ripiegare e prendere il posto di quinto difensivo. Sempre più spesso Pirlo ha iniziato a preferirgli Federico Chiesa, (per il quale potrebbe essere fatto un discorso analogo a quello fatto per Kulusevski) e soprattutto Juan Cuadrado. Il miglioramento difensivo di quest’ultimo e l’innata predisposizione alla corsa, al dribbling e al cross lo rendono il giocatore ideale per la concezione che Pirlo ha di quel ruolo.

L’essenza di Kulusevski è tutta in questo gol. Scatto repentino in conduzione, dribbling ubriacante, esitazioni continue che mandano fuori giri Faraoni e conclusione di mancino rasoterra sul secondo palo. Golazo.

Se il modulo della Juventus targata Pirlo non agevola l’avventura a Torino di Kulusevski, ci sono altri fattori che influiscono sulle sue prestazioni. Il primo è legato alla difficoltà di trovargli un ruolo ideale in campo e alla sua conseguenza, ovvero lo scarso minutaggio. Nelle 14 partite disputate dai bianconeri, sono sette quelle in cui Pirlo ha schierato titolare lo svedese. Non sono poche, ma quello che stupisce sono i minuti giocati nelle partite in cui è subentrato. Nelle sei partite in cui è uscito dalla panchina (in quella con l’Atalanta ha osservato il match da seduto per 90 minuti) la media dei minuti giocati è di 18 minuti. Quindi, in quasi la metà delle partite che ha giocato, Kulusevski ha avuto a disposizione poco più di un quarto d’ora di media per mettere in mostra le sue potenzialità. Forse troppo poco per un ragazzo di 20 anni che avrebbe bisogno di continuità per prendere confidenza con la nuova maglia e con le nuove idee di gioco. Sono 655 i minuti giocati da Kulusevski in stagione, con una media di 47 minuti a partita, poco più di un tempo di gioco. In tutte le prime 14 partite della scorsa stagione al Parma, lo svedese era stato schierato titolare, con una media di più di 80 minuti giocati a partita. Kulusevski ha trovato più difficoltà a farsi preferire in una rosa competitiva come quella dei bianconeri.

Il secondo fattore potrebbe essere il peso del cartellino e della responsabilità di dover far fruttare sul campo l’investimento della dirigenza juventina. Kulusevski è stato acquistato dai bianconeri per 35 milioni di euro più 9 di bonus dall’Atalanta e il suo valore di mercato è già salito a 45 milioni secondo transfermarkt.it. Di certo il ragazzo è molto forte caratterialmente, quindi potrebbe essere che queste valutazioni non incidano sulle sue prestazioni. «Ha qualità fisiche eccelse, grande tecnica e una mentalità fantastica: è un vincente» aveva detto di lui il suo ex tecnico D’Aversa, «E se lo stuzzichi, è sfrontato: reagisce subito, ma sempre con educazione e in maniera positiva».

Attraverso il suo profilo Twitter, Zlatan Ibrahimovic ha criticato il c.t. svedese per il poco spazio lasciato a Kulusevski nella partita di Nations League contro la Francia: “Che brutto scherzo. Un’altra prova. Queste sono persone incompetenti nelle posizioni sbagliate che soffocano il calcio svedese”.

Insomma, Kulusevski ha davvero tutto per diventare uno dei migliori. Deve essere bravo Pirlo a metterlo nelle condizioni di crescere e dare il meglio di sé. D’altronde, se Kulusevski non fosse stato un gioiellino, uno come Ibrahimovic non ne avrebbe preso le difese in maniera così plateale, arrivando a dare dell’incompetente al c.t. svedese Janne Andersson per averlo lasciato in panchina nella partita della selezione svedese contro la Francia. Già l’anno scorso nella conferenza stampa di presentazione della sua seconda avventura al Milan, Ibrahimovic si era espresso con parole d’elogio: «Penso che sia molto positivo che un calciatore della Svezia rappresenti una grande squadra. Ho sentito cose ottime su Dejan, sono contento per lui. Quando arrivi in un top club si capisce cosa devi fare per stare al massimo». Ora Kulusevski sta provando in prima persona cosa significhi giocare in una squadra che ha l’obiettivo di vincere su tutti i fronti. E se Pirlo riuscirà a dargli fiducia in una posizione a lui congeniale, lo svedese potrà diventare una pedina fondamentale sullo scacchiere bianconero.

Pubblicato da Filippo Gozzo

Credo che la vita sia una serie infinita di calci di rigore. Devi trovare il coraggio di batterli quando è il tuo momento, anche se sei la persona meno adatta a farlo. E se sbagli, ricorda che Baggio era il migliore e un errore non cambia quello che sei.

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