Come Tyson e Holyfield nel 1997, i due politici si sono scambiati botte da orbi. E il senatore di Iv ha strappato via un pezzo di maggioranza

In Senato come sul ring. Tra attacchi diretti, attacchi velati, finte, jab, ganci e montanti. C’è chi ha boxato con eleganza e astuzia, di fino. E chi ha boxato di forza, di rabbia. È passata poco più di una settimana dalla seduta di Palazzo Madama, teatro dello scontro finale e lungamente annunciato tra due pesi massimi della politica italiana di oggi, il senatore Matteo Renzi e il Presidente del Consiglio uscente Giuseppe Conte. I due si sono affrontati in uno scambio di interventi, con dichiarazioni al veleno e frasi accese, come in un vero incontro di boxe, senza esclusione di colpi ma mantenendo la sicurezza che li contraddistingue. Per fare un paragone elevato, Renzi e Conte si sono affrontati come Mike Tyson ed Evander Holyfield nel 1997, in una pagina memorabile e controversa della storia dello sport mondiale. Quella del morso di “Kid Dynamite” all’orecchio del suo avversario, per intenderci. E anche Renzi, come Tyson con Holyfield, ha strappato qualcosa a Conte. In questo caso, un buon numero di parlamentari di maggioranza, trascinando il governo nella crisi e il premier alle dimissioni.

Il 28 giugno 1997, lo sfidante “Iron” Mike voleva prendersi la rivincita sul campione del mondo dei pesi massimi WBA Holyfield, che sette mesi prima aveva mandato ko lo stesso Tyson e gli aveva strappato il titolo. Renzi e “King Kong” sono stati entrambi due giovani promesse, il primo della politica e il secondo della boxe. E arrivano alla sfida contro i rispettivi avversari con diversi titoli alle spalle: Renzi è stato Segretario del Partito Democratico e Presidente del Consiglio, mentre Tyson è stato il più giovane campione del mondo dei pesi massimi, cintura più volte riconquistata nel corso della sua carriera. Se l’ex sindaco di Firenze viene soprannominato il “Rottamatore”, allora il paragone con Tyson, uno dei picchiatori più temibili della storia della boxe, non suona così stravagante. Alla MGM Grand Arena di Las Vegas, come a Palazzo Madama in Roma, va in scena l’incontro più atteso, “Holyfield-Tyson II: The Sound and the Fury”.
Il pugile di Atmore prende subito il controllo del ring e prova a tenere a bada l’irruenza fisica e caratteriale di Tyson. Conte comincia il suo intervento ripercorrendo l’ultimo difficile anno dell’Italia, tra pandemia e crisi economica. Dopo un elenco dei risultati ottenuti e degli obiettivi da raggiungere, il Premier dimissionario colpisce, in modo sottile, i parlamentari di Italia Viva, costola della maggioranza accusata di aver creato la crisi di governo. «Dopo alcune settimane di attacchi mediatici molto aspri, a volte scomposti, alcuni esponenti di Italia Viva hanno deciso di smarcarsi da questo percorso comune», afferma Conte, «Confesso di avvertire un certo disagio nel provare a spiegare una crisi di cui non si ravvisa alcun plausibile fondamento». Holyfield entra con un doppio jab mancino che non trova l’opposizione di “Iron” Mike. Il newyorkese risponde a sua volta con un gancio mancino e schiva un diretto destro dell’avversario prima di chiudere la distanza. A 40 secondi dal termine Holyfield mette a segno una combinazione decisiva per aggiudicarsi il primo round. «Adesso si volta pagina» annuncia il presidente del Consiglio uscente. Gancio sinistro. «Servono donne e uomini capaci di rifuggire gli egoismi e di scacciare via la tentazione di guardare all’utile personale». Gancio destro. «È stato un grave gesto di irresponsabilità». Ancora un gancio sinistro. “Kid Dynamite” reagisce di orgoglio, ma la serie che ha incassato archivia il primo round, vinto del campione.

Nel secondo round Tyson inizia bene. «Noi pensiamo che il suo governo non sia il migliore del mondo», comincia Renzi, «Pensiamo ci sia bisogno di un governo più forte». Ma dopo pochi secondi “The Baddest Man on the Planet” Mike Tyson viene colpito da Holyfield con una testata, di certo non la prima dell’incontro. La tattica del campione era quella di bloccare le combinazioni di Tyson rifugiandosi in clinch e piantando la testa sotto al mento dell’avversario. Ma questa volta l’arcata sopraccigliare di “Iron” Mike si apre e un rivolo di sangue gli scorre sulla guancia. Il colpo è giudicato involontario dall’arbitro Mills Lane, un tentativo del gigante di Atmore di schivare un gancio sinistro di Tyson. Ma l’ex campione non prenderà bene questa decisione e da quel momento in poi il suo atteggiamento sul ring sarà molto nervoso. Con qualche buon colpo portato negli ultimi secondi, Holyfield si aggiudica anche il secondo round.

Nel terzo round la furia di Tyson prende il sopravvento. In pochi secondi “Iron” Mike sferra due diretti destri e due terrificanti ganci mancini che scuotono Holyfield e scaldano il pubblico. Anche il discorso di Renzi assume toni più accesi: «Lei ha scelto un arrocco istituzionale», «Ha dato l’idea di preoccuparsi più di piazzare qualcuno al posto giusto», «Lei non può cambiare le idee per mantenere la poltrona», «Questa è la trasformazione finale della politica in reality show». Tyson è feroce, senza freni, irritato dall’atteggiamento dell’avversario. A 40 secondi dal gong, dopo l’ennesima feroce combinazione di Tyson, Holyfield si rifugia di nuovo in clinch usando la testa. «Avete scelto la strada dell’aggressione», afferma il presidente dimissionario Conte nel suo secondo intervento, «Avete iniziato a parlare fuori e non più dentro. Possiamo dire che forse questa situazione non significa avere a cuore e investire nel futuro come ripetete?».

È questo il momento che è passato alla storia. “Iron” Mike morde l’orecchio al pugile di Atmore, strappandogli parte della cartilagine e lasciandolo con l’orecchio destro sanguinante. L’arbitro assegna due punti di penalità a “King Kong”, ma il match può proseguire dopo un consulto del medico a bordo ring. Il punto di non ritorno, però, è stato varcato. Alla ripresa del round Tyson addenta di nuovo l’orecchio di Holyfield, questa volta il sinistro. Al termine del terzo round, la squalifica è inevitabile. Dopo la decisione dell’arbitro si scatena una rissa sul ring. Tyson cerca di raggiungere Holyfield e il suo team ma viene bloccato da una ventina di agenti di sicurezza e da altre decine di persone entrate nel quadrato per smorzare gli animi. Tyson viene scortato negli spogliatoi, tra spinte, strattoni e insulti. «Sembra posseduto», commentano in telecronaca. Il mese successivo la Nevada Athletic Commission revocherà la licenza per combattere negli Stati Uniti a Tyson per il suo comportamento durante il match titolato. Nell’ottobre 1998 la decisione verrà annullata e commutata in una multa di 3 milioni di dollari.
Inizialmente sembrava che Conte fosse uscito vincitore dallo scontro con l’ex alleato e ora nemico Renzi. Certamente non come Holyfield, che vinse per la squalifica di Tyson. Ma l’ormai ex premier era riuscito ad ottenere una maggioranza, risicata è vero, ma tale da far pensare che Renzi non fosse riuscito a scalfirlo nonostante i suoi colpi pesanti. Gli ultimi sviluppi fanno pensare che alla fine Conte una vittoria incontrovertibile, come quella di Holyfield, non l’abbia ottenuta. Anche se un eventuale governo Conte ter potrebbe assegnare all’avvocato l’ultimo e decisivo round.
Questo pezzo si inserisce in un progetto condiviso con i nostri compagni della Scuola di giornalismo “Walter Tobagi” di Milano e coordinato dai colleghi di All’Ultimo Banco (che hanno raccolto qui una parte dei contributi sul tema) e Quote Rosa (qui e qui potete trovare gli altri).
Una opinione su "Conte-Renzi: The Sound and the Fury"