Un girone più aperto di quanto si possa pensare. Belgio favorito, Danimarca poco più avanti della Russia. Finlandia è la cenerentola che vuole incantare

Sarà un girone “fresco”, nelle serate calde (in campo e fuori) di giugno. Dopo il Gruppo A, ecco il B: Belgio, Danimarca, Finlandia e Russia. Tanti nomi, tante storie e obiettivi diversi. Sulla carta non dovrebbero esserci dubbi. La squadra belga non è solo la strafavorita del gruppo, ma una delle principali candidate a sollevare il trofeo l’11 luglio a Wembley. Si parte un mese prima, il 12 giugno, con Danimarca-Finlandia e Belgio-Russia. Il 16 e il 17 giugno si continua con Finlandia-Russia e lo scontro probabilmente decisivo per la testa del girone tra Belgio e Danimarca. Si chiude il 21 giugno con Russia-Danimarca e Finlandia-Belgio. I teatri in cui andranno in scena le partite sono lo Stadio Parken di Copenaghen e lo stadio San Pietroburgo, casa dello Zenit campione di Russia.
BELGIO – Ct: Roberto Martínez
“I diavoli rossi” contro il pronostico e contro sé stessi. Secondo i bookmakers, il Belgio è tra le tre principali favorite del torneo, dietro solo alla Francia campione del mondo in carica e all’Inghilterra. E questa volta non può più nascondersi. La nazionale belga parte per vincere, quindi il passaggio del girone dovrebbe essere pura formalità, anche considerando il percorso di avvicinamento verso Euro 2020. La squadra del Ct Martínez ha vinto tutte le partite del suo girone di qualificazione, dimostrandosi una corazzata all’apparenza inarrestabile. Attacco devastante (media di 4 gol a partita) e difesa impenetrabile (solo 3 gol subiti in 10 incontri). Certo, il gruppo non era formato da avversarie pericolose: Russia, che il Belgio affronterà proprio nella fase finale; Scozia; Cipro; Kazakistan; San Marino. Ora i “diavoli rossi” sono attesi all’esame finale: essere protagonisti fino in fondo di una competizione internazionale e capitalizzare il periodo d’oro del calcio belga.

Il gruppo squadra è senza dubbio il più talentuoso della storia del Belgio ed è reduce da un terzo posto agli ultimi campionati del mondo. In quanto a prestigio, forse è paragonabile solo a quello che sfiorò la vittoria degli europei nel 1980, quando fu sconfitto in finale dalla Germania Ovest. Per questo, il Ct Martínez vuole sfruttare al massimo tutto il potenziale a sua disposizione. Sul modulo non si discute: 3-4-3, con la variante “doppio trequartista” se ci sono Kevin De Bruyne e Dries Mertens assieme in campo. Non ci sono grandi novità nelle convocazioni e i big saranno tutti presenti. Tra i pali giocherà il “galactico” Thibaut Courtois; la difesa a 3 composta dal deludente ex romanista Thomas Vermaelen (ora in forza alla giapponese Vissel Kobe), il centrale del Tottenham Toby Alderweireld e il capitano Jan Vertonghen del Benfica. Centrocampo a 4, con i due esterni del Borussia Dortmund, Thorgan Hazard e Thomas Meunier. In mezzo Youri Tielemans, fresco vincitore dell’FA Cup con il Leicester di Brendan Rogers, e Leander Dendoncker, 26enne mediano del Wolverhampton. Convocati anche due vecchie conoscenze del campionato italiano: Timothy Castagne, ex Atalanta, e Dennis Praet, ex Sampdoria.
Ma è sicuramente davanti dove il Belgio esprime i suoi talenti cristallini: i già citati De Bruyne e Mertens, Eden Hazard e Romelu Lukaku. Poche nazionali al mondo possono vantare tanta classe. De Bruyne è sicuramente la stella del gruppo, quello capace di inventare la giocata, verticalizzare, fraseggiare, senza far mancare corsa e interdizione. Centrocampista, trequartista, seconda punta: tuttocampista, per la posizione in cui giocherà bisognerà aspettare di capire la situazione di altri due giocatori. Il primo è Eden Hazard: l’ala sinistra arrivata a Madrid nel 2019 per 115 milioni ha vissuto un’altra stagione complicata, tra problemi di peso, infortuni e un feeling con i Blancos che stenta a decollare. In due anni, l’ex stella del Chelsea ha giocato solo 43 partite, realizzando 5 gol e 8 assist. L’Hazard di Londra sarebbe stato una colonna della sua nazionale, ma quello di Madrid potrebbe anche accomodarsi in panchina. Da valutare la forma di Dries “Ciro” Mertens. Il miglior marcatore di sempre del Napoli ha vissuto una stagione altalenante, anche lui bersagliato da infortuni e da qualche panchina di troppo. Ha chiuso la sua stagione con 9 gol e 8 assist e avrà voglia di superare in fretta la delusione dell’esclusione dalla prossima Champions League con i partenopei. Sulla carta, i titolari dovrebbero essere lui e De Bruyne, alle spalle di Romelu Lukaku. L’attaccante dell’Inter ha trascinato i nerazzurri verso uno scudetto che mancava da 11 anni a suon di gol (24 in Serie A, più 4 in Champions League e 2 in Coppa Italia) e assist (10 in campionato). “Big Rom” proverà a ripetere l’impresa con la sua nazionale, di cui è il miglior marcatore di sempre (59 reti).
Occhi puntati su: i “Fantastici 4” si potrebbero definire. Lukaku, Mertens, De Bruyne e Hazard. Da loro passa il futuro del Belgio. Occhio al rischio appagamento, soprattutto per il campione della Serie A Lukaku e per De Bruyne, che ha ancora una finale di Champions League da giocarsi con il suo Manchester City contro il Chelsea. Attenzione anche al Ct Martínez: da quasi cinque anni sulla panchina dei “diavoli rossi” ma tra scelte discutibili e sfortuna non ha ancora raggiunto un obiettivo importante. Sarebbe uno spreco.
DANIMARCA – Ct: Kasper Hjulmand
I danesi stanno vivendo un periodo positivo della loro storia. Sono al dodicesimo posto nel ranking FIFA, anche se la squadra resta lontana dai fasti degli anni ’90. In quel periodo gli scandinavi vinsero un campionato europeo (1992) e una Confederations Cup (1995). La squadra di Hjulmand si è piazzata al secondo posto del girone di qualificazione a Euro 2020 con 16 punti, dietro solamente alla Svizzera con 17. Una beffa per la nazionale scandinava, che pareggiando 1-1 in Irlanda all’ultima giornata ha subito il sorpasso degli elvetici, vincenti per 1-6 a Gibilterra. L’obiettivo minimo della selezione danese è accedere agli ottavi, traguardo alla portata dei biancorossi. Nella fase a eliminazione diretta, poi, può accadere tutto.

Hjulmand schiera la squadra con un 4-2-3-1 offensivo. In porta Kasper Schmeichel, figlio ed erede tra i pali del recordman di presenze (129) Peter Schmeichel. Eroe della cavalcata trionfale del Leicester di Claudio Ranieri nel 2016, Schmeichel proverà a portare i suoi il più lontano possibile. Davanti a lui, guida la difesa il capitano Simon Kjaer, reduce da una stagione esaltante con il Milan. È tornato il grande prospetto che era ai tempi del Palermo ed è diventato la colonna portante della retroguardia rossonera. Al suo fianco il 25enne Andreas Christensen, difensore del Chelsea che in questa stagione ha collezionato solo 17 presenze. Pronto a subentrare l’ex doriano Joachim Andersen, ora al Fulham. Sulle fasce, liberi di offendere Daniel Wass del Valencia e Joakim Maehle, arrivato a gennaio all’Atalanta per sostituire l’infortunato Hans Hateboer. Panchina per Jens Stryger Larsen, esterno difensivo dell’Udinese. Centrocampo a 2 di qualità e quantità, con Thomas Delaney del Borussia Dortmund e Pierre-Emile Höjbjerg del Tottenham. È sulla trequarti che il Ct Hjulmand ha operato le novità tattiche più interessanti. Sulle fasce giocheranno Yussuf Poulsen del Lispia e Martin Braithwaite del Barcellona. Il tecnico danese ha arretrato la loro posizione, allargandoli sulle fasce. Un ruolo atipico per i due, che nei rispettivi club giocano come punte centrali. Probabilmente, la scelta deriva dallo scarso apporto in fase realizzativa dei due attaccanti, ma senza rinunciare alla loro fisicità, caratteristica di tutta la nazionale danese. Parte dietro nelle gerarchie l’ala destra bolognese Andreas Skov Olsen. Al centro dell’attacco danese giocherà Jonas Wind, 22enne del Copenaghen. Piccolo inciso per il baby gioiello della Sampdoria Mikkel Damsgaard: quest’anno l’ala 20enne si è messa in mostra a Genova collezionando 2 gol, 4 assist e tante buone prestazioni in 35 presenze. Un bottino da cui partire per farsi notare anche all’Europeo.
Occhi puntati su: manca un solo giocatore all’appello ed è la vera stella della Danimarca. Christian Eriksen riprenderà la sua posizione ideale, quella da trequartista, dopo una stagione ad agire sulla mediana nel 3-5-2 dell’Inter di Antonio Conte. Il 10 biancorosso ha vissuto una prima metà di stagione a dir poco deludente: nelle prime 21 partite dell’Inter, Eriksen ha collezionato solo 10 presenze, quasi sempre da subentrante. Dopo la vittoria per 3-1 contro la Lazio, il danese si è conquistato un posto da titolare che non ha più abbandonato, diventando uno degli artefici dello scudetto interista. Ora, Eriksen dovrà prendersi nuovamente sulle spalle la sua nazione e portarla il più in alto possibile.
FINLANDIA – Ct: Markku Kanerva
Per gli altri scandinavi del gruppo B sarà un’edizione speciale. Mai i biancoazzurri si erano qualificati per una competizione internazionale. Comunque vada, per la Finlandia sarà una festa. Ma il girone, all’apparenza ermetico, potrebbe regalare qualche sorpresa inaspettata. D’altronde, la nazionale nordica si è posizionata come seconda del gruppo J di qualificazione a Euro 2020. Lo stesso girone dell’Italia, che è arrivata prima a punteggio pieno. Dopo la sconfitta all’esordio per 2-0 proprio con gli azzurri, i finlandesi hanno infilato una serie di quattro vittorie consecutive, interrotta nuovamente dall’Italia. La selezione scandinava, 55esima del ranking FIFA, ha chiuso il girone con 16 reti segnate e 10 subite.

Nel corso dell’ultima stagione, il tecnico Kanerva ha alternato la difesa a 3 (più spesso a 5) con uno schieramento a 4. Nelle tre partite giocate a marzo, la Finlandia si è presentata con un 5-3-2, che potrebbe essere, quindi, il modulo scelto per affrontare i campionati europei. I risultati sono stati discreti: due pareggi nelle partite di qualificazione ai mondiali del Qatar 2022 contro Bosnia (2-2) e Ucraina (1-1) e una sconfitta di misura nell’amichevole con la Svizzera (3-2). Da queste partite emerge anche un elemento che è la forza della nazionale nordica ma, allo stesso tempo, la sua debolezza. Dei cinque gol segnati, tre arrivano dai piedi di Teemu Pukki. Se si considera che l’attaccante del Norwich non è partito titolare contro la Svizzera, il dato diventa ancora più rilevante. I finnici sono aggrappati al loro n.10, il giocatore più rappresentativo con 30 gol in 89 partite, a sole due marcature di distanza dal recordman Jari Litmanen (anche giocatore con maggiori presenze, 137). Dei 16 gol complessivi della Finlandia nelle qualificazione, 10 portano la sua firma. L’attaccante 31enne è l’unico che potrebbe trascinare la sua nazionale a uno storico passaggio agli ottavi. Ma, se dovesse bloccarsi, la Finlandia non ha catalizzatori offensivi all’altezza per prendere il suo posto. Tra i nomi finnici più conosciuti figurano il mediano scuola Arsenal Glen Kamara, ora in maglia Rangers, e il portiere del Bayer Leverkusen Lukas Hradecky. Quest’ultimo contenderà il ruolo tra i pali all’estremo difensore del Brescia Jesse Joronen (unica presenze “italiana” tra i convocati assieme al difensore del Chievo Sauli Väisänen. Escluso, invece, il portiere del Venezia Niki Mäenpää).
Occhi puntati su: la luce nel mare Baltico, Teemu Pukki. A lui è legato il cammino di una nazionale forte fisicamente, ma con poca qualità. Solo i suoi gol possono tenere a galla i finnici e chissà che Pukki non possa raggiungere la storia, Litmanen, già all’Europeo 2020. Bastano due gol, anche se gli scandinavi sperano che il loro 10 possa fare anche meglio.

RUSSIA – Ct: Stanislav Cherchesov
Gli “orsi” sono i veri outsider del gruppo B, per la storia, la tradizione, i giocatori e il percorso di avvicinamento a Euro 2020. Nella fase finale itinerante ritroveranno il Belgio, unica duplice battuta d’arresto del percorso perfetto della Russia durante le qualificazioni (3-1 in trasferta e 1-4 in casa). La squadra di Cherchesov ha chiuso il girone al secondo posto con 24 punti (8 vittorie e, appunto, 2 sconfitte contro i “diavoli rossi”, primi imbattuti). Se si analizzano le statistiche, il primo dato che salta all’occhio è il numero di gol segnati, 33. Quello russo è il terzo miglior attacco delle qualificazioni, dietro a Belgio (40) e Italia e Inghilterra (entrambe a quota 37). Questo dimostra il potenziale della Russia, anche se, per dovere di cronaca, il girone nel quale era stata sorteggiata non era irresistibile (oltre al Belgio, c’erano Scozia, Cipro, Kazakistan e San Marino).

C’è incertezza sul modulo che utilizzerà Cherchesov: nell’ultimo anno la Russia si è quasi sempre schierata con un 4-2-3-1, ma negli ultimi due incontri di qualificazione ai mondiali in Qatar, il commissario tecnico ha optato per una difesa a 3. Partendo dai pali, da segnalare l’assenza del capitano Igor Akinfeev, che si è ritirato dopo il mondiale di casa con 111 gettoni in maglia russa. Prenderà il suo posto Anton Shunin, estremo difensore della Dinamo Kiev. Le fasce saranno probabilmente presidiate dal terzino brasiliano, naturalizzato russo, Mário Fernandes del CSKA Mosca e dalla bandiera Yuri Zhirkov, 37enne esterno sinistro dello Zenit che in nazionale vanta 102 presenze e 2 gol. Grande qualità a centrocampo e sulla trequarti russa con Aleksandr Golovin, Aleksey Miranchuk e Denis Cheryshev. Il primo ha realizzato 5 gol e 9 assist in 21 partite con la maglia del Monaco agendo tra le linee. Ha 24 anni, è tecnico, rapido e agile. Golovin è stato vicinissimo alla Juventus nell’estate 2018, ma ha poi rifiutato le lusinghe dei bianconeri e del Chelsea per accasarsi nel Principato. Miranchuk è un’altra conoscenza del calcio italiano: il calciatore russo è arrivato all’Atalanta durante lo scorso mercato estivo per 14,5 milioni dalla Lokomotiv Mosca. Nel corso dell’anno è passato da essere un oggetto misterioso a un ottimo rinforzo per la compagine nerazzurra durante la sua scalata in Serie A. In campionato ha giocato 25 partite (solo 11% da titolare), con 4 gol e 2 assist. Ogni rete è stata di pregevole fattura e ha lasciato solo intravedere sprazzi di quello che potrebbe essere un top player. Il valenciano Cheryshev ha realizzato 5 reti in altrettante partite di qualificazione a Euro 2020. Il 30enne ha vissuto una stagione opaca in Spagna, tra infortuni, panchine e Coronavirus. Resta, comunque, uno dei giocatori di maggior talento. Capitolo attacco: Artem Dzyuba, un solo nome che vale un reparto. In 10 presenze con la nazionale nel girone di qualificazione, ha realizzato 9 gol e 5 assist. Assolutamente decisivo, su tutti i fronti. Forte fisicamente (è alto 1,96 metri), potente di testa, finalizzatore con fiuto del gol, l’attaccante dello Zenit è il centro di gravità della Russia. Dopo il ritiro di Akinfeev è diventato capitano e con 29 reti in 50 presenze totali è a una sola realizzazione dal recordman Aleksandr Kherzakov (30). E, come Pukki, vorrà certamente sorpassare il suo connazionale su un palcoscenico prestigioso come quello di Euro 2020.
Occhi puntati su: Golovin e Miranchuk. I due hanno classe, tocco, tiro, qualità, ma devono dimostrarlo quando conta. Non può il solo Dzyuba farsi carico delle sorti della Russia. I due giovani centrocampisti devono diventare anche leader caratteriali della loro nazionale. Solo se riusciranno a scrollarsi di dosso la nomea di “futuri top player” potranno trascinare la Russia a una qualificazione improbabile, ma decisamente non impossibile.